Chi avesse visto in questi giorni la campagna promossa dalla Lush potrebbe essersi fatto un’idea errata sul ricorso dei test sugli animali da parte dell’industria cosmetica.
Questa campagna contribuisce infatti a creare disinformazione su un tema delicato e che tocca la sensibilità di molte persone perché genera l’impressione errata che i prodotti cosmetici siano normalmente testati su animali.Questo non corrisponde al vero in quanto la legge italiana ed europea lo vieta dal 2004 e dal marzo 2009 questo divieto è stato esteso anche agli ingredienti utilizzati per i cosmetici. Inoltre, sempre a partire da questa data, non è consentito commercializzare nel territorio comunitario i cosmetici che siano stati testati su animali nei paesi extra-UE, sia come prodotto finito sia come ingredienti, con l’unica eccezione di alcuni test di tossicità molto complessi, e che riguardano i rischi più elevati per la salute.
Proprio in merito a questi ultimi test la Commissione europea deve valutare nei prossimi mesi se esistano metodi alternativi in grado di sostituirli definitivamente garantendo, al contempo, la massima sicurezza dei consumatori e quindi se confermare anche in questi casi il divieto finale previsto per il marzo 2013.
L’industria cosmetica italiana ed europea si è affermata, sin dagli inizi degli anni ’80, quale settore tra i più attivi per la messa a punto di test alternativi: escludendo gli investimenti diretti delle singole imprese, gli investimenti in ricerca tra il 2007 e il 2014, promossi e finanziati dal settore cosmetico, sono stimati attorno ai 37 milioni di euro. Ed i risultati non sono mancati: oggi, grazie a questo intenso lavoro, esistono test alternativi che vengono impiegati utilmente anche da altri settori industriali per valutare alcune dati di sicurezza delle sostanze chimiche.
Ma l’impegno non è concluso: accanto alla costante attività di convincimento per far accettare metodi alternativi alle autorità dei Paesi extra UE, l’industria cosmetica continua a concentrare le proprie attività di ricerca soprattutto sui test più complessi di tossicità a lungo termine allo scopo di eliminare completamente l’uso di animali.
È, inoltre, utile ricordare che il settore cosmetico ha sempre fatto un ricorso molto limitato alla sperimentazione animale: gli animali utilizzati nei test di innocuità sugli ingredienti cosmetici rappresentavano nel 2008, ultimo anno di sperimentazione effettuata, solo lo 0,016% sul totale degli animali utilizzati per test scientifici e di sicurezza nell’Unione europea (fonte: Rapporto Commissione Europea del 2010 su dati del 2008).
La priorità assoluta per l’industria cosmetica italiana ed europea rimane la tutela della salute del consumatore, con il ricorso a metodiche scientifiche di valutazione della sicurezza delle materie prime e dei prodotti finiti capaci di offrire la massima garanzia.
Per saperne di più: www.abc-cosmetici.it/aree-tematiche/animal-testing